Torre & Cavallo Scacco! - N. 7/8 luglio/agosto 2022

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Indice degli articoli di questo numero della rivista:

  3 Norway Chess – Carlsen re per la quinta volta  
  di Ian Rogers
  8 Norway Chess – Commenta Alessio Valsecchi
11 Attualità – Rapport si prepara a passare alla Romania
12 Brevi dal mondo
13 Attualità – Elezioni Fide: Dvorkovich contro tutti
  di Alessandro Parodi
17 Esercizi facili e di livello medio
  di Roberto Messa
20 Soluzioni esercizi facili e di livello medio
21 Scuola magistrale – La dominazione in finale
  di Riccardo Del Dotto
25 Teoria – Catalana, un’idea nella variante principale
  di Alessio Valsecchi
29 Didattica – Perché inventare (di nuovo) la ruota?
  di Mauro Barletta
31 Didattica – Oops! Ho abbandonato, di nuovo (18ª p.)
  di Ian Rogers
33 Australia – Addio Cook, il “vero” inventore del rating
36 Didattica – Il fascino discreto dei Problemi
  di Mauro Barletta
39 Chess24 – Ding più forte del fuso orario
  di Dario Mione
43 Sharjah – Abdusattorov verso i 2700
46 Acqui Terme – Semifinale CIA, Barp senza rivali
  di Dario Mione
50 Brevi dall’Italia
51 Forni di Sopra – Dolomiti, vince Dardha
  di Roberto Messa
54 Montebelluna – Bernadskiy batte Esipenko
55 Cattolica – Trionfano Sivuk e Brunello
  di Dario Mione
58 Vigevano – Pegno vince l’internazionale under 18
59 Calendario


L’editoriale di apertura di questo numero:


Una poltrona per quattro

Comunque vadano a finire, le imminenti elezioni Fide, che decreteranno la riconferma di Arkady Dvorkovich o designeranno il suo successore, segnano una rottura rispetto al passato. Non era mai accaduto che a contendersi lo scranno di numero uno della Federazione vi fossero ben quattro candidati – senza contare un quinto (il togolese Fumey) che non è stato ammesso, in quanto non supportato da alcuna federazione europea. La situazione è specchio dei tempi e, naturalmente, costituisce l’ennesimo sintomo della rottura degli equilibri a livello internazionale, anche nel mondo degli scacchi, dopo che il 24 febbraio scorso la Russia ha invaso l’Ucraina.
Russia e Bielorussia, malgrado l’esclusione dalle Olimpiadi (che avrebbero dovuto svolgersi a Mosca e invece si terranno in India), saranno ammesse alla votazione del prossimo 7 agosto e dovrebbero appoggiare la rielezione di Dvorkovich, che vanta in squadra, in qualità di vice, l’ex campione del mondo Vishy Anand. Se la rielezione del russo pareva scontata fino allo scorso febbraio, però, adesso potrebbe incontrare qualche ostacolo e, soprattutto, due avversari ostici in Inalbek Cheripov, vicino all’ex presidente Kirsan Ilyumzhinov, e Bachar Kouatly, che nel 2018 aveva sostenuto lo stesso Dvorkovich. I pronostici danno quest’ultimo comunque favorito: spetterà a lui, nel caso, continuare a fare da mediatore in un contesto inedito, nel quale la Russia si sta spostando sempre più verso l’Asia e ha ormai perso l’egemonia politica (anche negli scacchi) di cui godeva nel panorama internazionale. E sarà indubbiamente un compito non facile.
Se a livello politico la situazione è più ingarbugliata e fluida del solito, sotto il profilo agonistico il mondo degli scacchi sembra invece in stallo. Magnus Carlsen ha ribadito la propria egemonia vincendo, per il quarto anno di fila (il quinto in assoluto), il supertorneo Norway Chess, e all’orizzonte non si profila nessun giocatore che possa contrastarlo. Se si tiene conto che due dei maggiori protagonisti del recente torneo dei Candidati, Ian Nepomniachtchi e Fabiano Caruana, sono state le più recenti vittime del norvegese nelle sfide per il titolo mondiale, c’è da pensare che, salvo grosse sorprese, Magnus possa dormire sonni tranquilli per qualche anno ancora. A meno che, come ha annunciato più di una volta, decida di non difendere il titolo. Non resta che attendere il 2023 per capire se si sia trattato di un bluff o meno. Nel frattempo, buone vacanze a tutti!
Dario Mione