Torre & Cavallo Scacco! - N. 10 ottobre 2020

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Indice degli articoli di questo numero della rivista:


  3 Lichess – Carlsen, doppio ex aequo  
  di Dario Mione
  9 Internet – Olimpiadi, vince il black-out
  di Mauro Barletta
13 Brevi dal mondo
14 Olimpiadi online – Kogan: «Formula da migliorare»
15 Innsbruck – Meshkovs la spunta in Tirolo
16 Brevi dall'Italia
17 Esercizi facili e di livello medio
  di Roberto Messa e Roberto Albanesi
20 Soluzioni esercizi facili e di livello medio
21 Didattica – Oops! Ho abbandonato, di nuovo! (3ª p.)
  di Ian Rogers
23 Il ricordo – Uhlmann, GM d'oltrecortina
  di Riccardo Del Dotto
27 Storia – Bled 1931: generazioni a confronto (4ª p.)
  di Enrico Cecchelli
31 Teoria – Due Cavalli: quattro chiacchiere sulla Traxler
  di Pietro Pastore
36 Teoria – Gambetto di Re rifiutato
  di Pasquale Colucci
40 Cattolica – Studer domina all'Adriatico
41 Basilicata – Korneev re della Magna Grecia
  di Pierluigi Piscopo
44 Liguria – Imperia, 75 sfidano il Covid
  di Pierluigi Passerotti
45 Imperia – Commenta Paolo Formento
47 Trieste – Maxime Lagarde leader maximo
  di Giulia Tonel
51 Amarcord – Gli scacchi nello show biz
  di Ian Rogers
57 Statistiche – Scacchisti italiani nel post lockdown
  di Federico Versari
58 Libri – “Chess in art” otto secoli di arte e scacchi
59 Calendario



L’editoriale di apertura di questo numero:


Un nuovo inizio

«I Candidati per ora sono finiti. Rimane ancora la parte difficile: tornare a casa. Mi aspetto di rientrare in un mondo che a stento saprò riconoscere». Con questo post, pubblicato sul suo profilo Twitter il 26 marzo scorso, Fabiano Caruana era stato facile profeta. Il torneo era appena stato sospeso e i giocatori si stavano affrettando a trovare una soluzione per lasciare Ekaterinburg, senza sapere dove e quando sarebbe ripreso.
Nei mesi a seguire i superGM si sono presto adeguati a giocare solo su Internet e a cadenza veloce. Una soluzione già pronta e servita su un piatto d’argento per gli scacchi, che si è tuttavia rivelata, ben presto, non proprio ottimale: quando a determinare la vittoria o la sconfitta in una partita può essere la stabilità della connessione Internet, come ha dovuto sperimentare a sue spese persino Magnus Carlsen, non si può certo parlare di contesa “sportiva”. Con uno sport, sia pure della mente, certi inconvenienti non devono e non possono avere nulla a che fare.
A distanza di più di sei mesi, come si aspettava Fab Fab e come era purtroppo semplice immaginare, è difficile riconoscere il mondo rispetto a com’era prima della pandemia. L’emergenza coronavirus ha modificato le abitudini quotidiane di tutti e costretto i governi di ogni Paese a fare i conti con i rischi di contagio, adottando misure più o meno restrittive per scongiurare una nuova ondata. Misure alle quali gli scacchi, naturalmente, si sono dovuti adeguare.
Con la ripresa dell’attività agonistica “in presenza”, divisori in plexiglas hanno fatto la loro comparsa sui tavoli in quasi tutti i tornei del post-lockdown, insieme o in alternativa a mascherine e visiere. Sanificare tavoli e scacchiere è diventata la norma e le strette di mano all’inizio e alla fine di ogni partita, prima caldeggiate dal regolamento, sono ora vietate.
Niente è come prima e forse mai più lo sarà. I Candidati, però, stanno finalmente per ripartire dal punto in cui erano stati interrotti, nella stessa città che aveva ospitato la prima metà del torneo. L’appuntamento è fissato per l’1 novembre a Ekaterinburg, ma la Fide stavolta è pronta a ogni evenienza e, oltre ad aver stilato un protocollo anti-contagio, ha già designato più di una sede alternativa in caso di imprevisti dell’ultimo momento. La speranza, naturalmente, è che tutto fili liscio e sancisca in maniera definitiva l’inizio di un futuro un po’ meno grigio. Per gli scacchi e non solo.

Dario Mione